Trasporto glinfatico
cerebrale curato con ultrasuoni
GIOVANNI
ROSSI
NOTE E NOTIZIE - Anno XX – 20 maggio
2023.
Testi
pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di
Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie
o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati
fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui
argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
Il sistema glinfatico è una rete perivascolare
glia-dipendente dell’encefalo che elimina gli scarti molecolari e costituisce
un analogo del sistema linfatico degli organi periferici.
Il sistema glinfatico è stato caratterizzato per la
prima volta nel 2012 da Iliff e colleghi, che iniettarono attraverso la
cisterna magna traccianti fluorescenti nel fluido cerebrospinale (CSF), e
dimostrarono che i traccianti entravano nel cervello lungo arteriole penetranti
la corteccia e giungevano nello spazio perivascolare (PVS) circondato dai piedi
terminali degli astrociti[1]. Gli
studi seguenti suggerirono che i traccianti fluorescenti passavano nell’interstizio
cerebrale, muovevano verso il PVS venoso e giungevano nel sistema linfatico
cervicale. La più seguita teoria sul meccanismo del trasporto glinfatico propone
che il flusso glinfatico all’interno dell’encefalo, e attraverso l’encefalo
stesso, sia dovuto, almeno in parte, all’effetto di pompa perivascolare
generato dalla pulsazione delle pareti arteriose prodotta dal ciclo cardiaco.
Infatti, legando l’arteria carotide, si riduce la sua pulsatilità e si rallenta
la frequenza di scambio perivascolare nell’encefalo. La somministrazione di un
agonista adrenergico come la dobutamina accresce la pulsatilità delle arterie
penetranti e aumenta la penetrazione del CSF all’interno del parenchima
cerebrale. In contrasto, il trattamento con angiotensina II induce ipertensione
e riduce la velocità di flusso del CSF.
Il sistema glinfatico rimuove le scorie metaboliche
dell’encefalo, così come l’eccesso di proteine e i metaboliti dannosi dallo
spazio interstiziale. La scoperta della via glinfatica fornisce nuove
conoscenze su come il ricambio delle scorie funzioni nella normale fisiologia
cerebrale, aiuta a capire perché abbiamo bisogno di dormire e a comprendere l’importanza
di un’efficiente eliminazione delle scorie tossiche nell’invecchiamento non
patologico del cervello. Un alterato trasporto glinfatico è implicato in molte
patologie neurologiche, quali le malattie neurodegenerative, il danno
traumatico cerebrale e l’ictus.
Un accresciuto trasporto glinfatico può mitigare le
malattie del cervello causate da alterato ricambio glinfatico. Sono state
proposte varie strategie per migliorare la funzione glinfatica. Per esempio, il
trattamento con mannitolo nel topo portava ad iperosmolarità plasmatica cin un
incremento del flusso di CSF di quasi cinque volte. L’integrazione dietetica
con acidi grassi poli-insaturi omega-3 attivava il ricambio di β-amiloide
nei topi promuovendo il trasporto glinfatico acquaporina-dipendente. Mezzi non
farmacologici, quali sonno ed esercizio fisico, ottengono un aumento del flusso
glinfatico.
Dezhuang Ye e colleghi hanno sperimentato con
successo gli ultrasuoni, in una particolare procedura tecnica, per ottenere un
miglioramento del trasporto glinfatico.
(Ye
Dezhuang et al., Mechanically manipulating glymphatic transport by
ultrasound combined with microbubbles. Proceedings of the National Academy of Sciences USA – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2212933120, 2023).
La provenienza degli autori è la seguente: Department of Biomolecular Engineering, Washington
University in St. Louis, St. Louis, MO (USA); Department of Radiation Oncology,
Washington University School of Medicine, St. Louis, MO (USA); Department of Neurosurgery,
Washington University School of Medicine, St. Louis, MO (USA); Department of Neurosurgery,
Division of Neurotechnology, Washington University School of Medicine, St.
Louis, MO (USA).
[Edited by Vincent
Marchesi, Yale University School of Medicine, New Haven, May 15].
Come accennato
più sopra, il trasporto glinfatico si ritiene sia indotto dall’effetto pompa
perivascolare creato dalla trasmissione delle onde dalle pareti arteriose
pulsanti con la sistole cardiaca. I ricercatori hanno deciso di sfruttare l’effetto
della sonicazione di microbolle nel sistema vascolare cerebrale per agire sul
trasporto glinfatico. Le microbolle sono solitamente impiegate come agente di
contrasto ecografico, in quanto agiscono da amplificatori d’eco, e hanno anche
un impiego nella terapia mediata da ultrasuoni[2]; per rinforzare l’effetto ecografico si
includono nel “core” delle microbolle aria, azoto o perfluorocarburi[3]. La sonicazione delle microbolle circolanti nei
vasi cerebrali induce espansione volumetrica e contrazione delle microbolle
stesse che esercitano azioni meccaniche di spinta e trazione sulla parete vascolare,
generando un effetto pompa da microbolle.
Dezhuang
Ye e colleghi si sono posti l’obiettivo di valutare se il trasporto glinfatico
possa essere manipolato meccanicamente mediante la sonicazione a ultrasuoni
focalizzati (FUS, da focused ultrasound) delle microbolle.
La via
glinfatica, in cervelli intatti di topo, è stata studiata usando la somministrazione
intranasale di albumina marcata con tracciante fluorescente, quale
evidenziatore di fluidi, seguita da sonicazione FUS per un obiettivo cerebrale
profondo (il talamo) in presenza di microbolle iniettate endovena. L’iniezione
intracisternale nella cisterna magna, la tecnica convenzionale usata per
studiare il trasporto glinfatico, è stata impiegata per fornire un riferimento
comparativo.
L’imaging
per microscopia confocale tridimensionale del tessuto cerebrale otticamente
illuminato ha rivelato che la sonicazione FUS rinforzava il trasporto del
marcatore albuminico con tracciante fluorescente nello spazio perivascolare (PVS)
lungo i microvasi, primariamente le arteriole. Dezhuang Ye e colleghi hanno
anche ottenuto l’evidenza di penetrazione dell’albumina tracciante
FUS-rinforzata dal volume del PVS nello spazio interstiziale.
In
conclusione, lo studio qui recensito ha provato in modo convincente che gli ultrasuoni
combinati con microbolle circolanti possono meccanicamente accrescere l’efficacia
del trasporto glinfatico nel cervello.
L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e
invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del
sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).
Giovanni
Rossi
BM&L-20 maggio 2023
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è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data
16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica
e culturale non-profit.
[1] Purtroppo molte trattazioni
neuroscientifiche recenti ignorano il lavoro pionieristico di Iliff e colleghi
(Jeffrey J. Iliff et al., A paravascular pathway facilitates CSF flow
through the brain parenchyma and the clearance of interstitial solutes,
including amyloid β. Sci Transl Med. 4 (147): 147ra111, 2023) e
attribuiscono la scoperta a Loveau e colleghi, autori nel 2015 di uno studio
sui caratteri anatomici e fisiologici del sistema linfatico del sistema nervoso
centrale pubblicato su Nature.
[2] Si veda nelle “Notule” di questa
settimana: Un chemioterapico può entrare nel cervello grazie a una
tecnologia ultrasonica (Note e Notizie 20-05-23 Notule).
[3] Lee H. et al., Microbubbles used for contrast enhanced
ultrasound and theragnosis: a review of principles to applications. Biomed
Eng Lett. 7 (2): 59-69, 2017.